martedì 4 gennaio 2011

20 anni fa la Uno Bianca

Oggi un post che non è per niente una buona notizia, ma che è necessario per non dimenticare: per noi bolognesi una pagina di sangue impressa nella memoria.

Il 4 gennaio 1991, al pilastro, quartiere di Bologna, c'è una macchina con 3 carabinieri a bordo, Otello Stefanini, Andrea Moneta e Mauro Mitilini, che compie il solito giro di pattuglia. Non lo finirà mai.

Ai killer della Uno Bianca, i fratelli Savi ed i loro complici, basta convincersi che, con un sorpasso, vogliano prendere la targa della loro auto, per decidere di ucciderli tutti: 222 proiettili per 3 uomini.

E così quella notte tremenda rimane nella storia della nostra città come la "Strage del Pilastro", nelle pagine peggiori, con la strage del 2 agosto, l'omicidio di Marco Biagi... e tutti noi, che abbiamo più di 20 anni, ce le ricordiamo bene.

In realtà gli omicidi sono stati ben ventiquattro, carabinieri, benzinai, commercianti, ma anche persone che sono state liquidate senza un motivo, solo per aver visto in faccia quei criminali, quei mostri squallidi, convinti di poter avere in pugno la città, ma in effetti solo oscene figure del sottobosco della malavita.

Voglio ricordare in particolare oggi un ragazzo di 21 anni di Zola Predosa, Massimiliano Valenti, ucciso perché aveva assistito ad uno scambio di auto dopo una rapina in banca. Lo portarono via travestiti da carabinieri e lo uccisero senza pietà. Lo ricordo perché Zola Predosa è il paese della provincia di Bologna dove vive la famiglia di mio marito, quel ragazzo lo conoscevano, la madre di mio marito mentre mi raccontava questa storia aveva ancora negli occhi il terrore di chi l'ha vista veramente.

Andate a vedere le foto nello speciale di Repubblica Bologna, o leggete l'articolo del Corriere Bologna guardate quella uno blu con la scritta rossa, e non dimenticate.

2 commenti:

  1. Il mio ricordo. Quando ero al liceo ho scritto un tema per un concorso che ricordava i carabinieri uccisi al Pilastro. E' stata la mamma di uno di loro a consegnarmi un premio per quel tema. Non potrò mai dimenticare le sue lacrime e la sua mano.

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  2. E' strano come in questi casi, spesso invece dei grandi numeri sia un particolare che solo noi ricordiamo a rendere questi eventi vivi e personali e quindi ancora più tragici

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